Ci siamo, eccomi qui a scrivere il primo post dell'anno, nonché il primo post del blog in assoluto! Spesso le persone mi chiedono come io faccia a gestire la mia Associazione di volontariato (per chi non lo sa, l'Associazione in questione, che ho fondato nel 2014 e di cui sono tuttora Presidente, è Adolescenti e cancro), ad avere a che fare regolarmente con persone che stanno soffrendo, che hanno perso dei figli, o con i ragazzi stessi. E' difficile avere a che fare con gli adolescenti in generale, direbbero in molti, aggiungi una diagnosi di cancro e l'esperienza può sembrare terrorizzante, per i motivi più disparati. Chi, come me, ha avuto l'onore di conoscere almeno una persona affetta da cancro infantile, o un genitore con un figlio che combatte o ancora con un figlio diventato angelo, sa che le difficoltà diventano piccole piccole di fronte alle grandi gioie e soddisfazioni che proviamo trascorrendo del tempo con queste persone. Nonostante sia difficile spiegare a parole tutti gli insegnamenti ricevuti, tutti i momenti che mi rimarranno per sempre nel cuore, ho pensato di fare una breve lista e di selezionare le 5 lezioni più importanti che questi ragazzi (e i loro famigliari) mi hanno insegnato, sperando che possano essere utili anche a te che stai leggendo. 1. Sii gratoSpesso pensiamo che dire "grazie" sia una perdita di tempo, una formalità. Figurarsi il sentirsi effettivamente grati. Eppure, dopo aver visto ragazzi in sedia a rotelle, ragazzi che si divertivano non sapendo se l'anno prossimo sarebbero stati ancora vivi, ragazzi che dovevano faticare per camminare, parlare ecc sono molto, ma molto più grata di quello che ho. Cerco di non lamentarmi per quello che non ho o che vorrei avere, ma di concentrarmi su tutti i doni che mi sono stati fatti. Sono grata per un piatto di pasta, per una giornata di sole, perché posso fare quello che voglio, per ogni passo, per ogni respiro... non è una cosa a cui penso costantemente, ma ormai è un insegnamento che è entrato dentro di me, e suggerisco a tutti di allenarsi alla gratitudine. La sera, prima di andare a dormire, invece di rimuginare sul collega antipatico o di pensare a tutte le cose che dovrete fare domani, pensate ai motivi che avete per essere grati oggi. E scoprirete che sono molti di più di quelli che credevate. 2. Tutto ciò che abbiamo davvero è il qui e oraCome la maggior parte della gente, ho sempre avuto la tendenza a programmare il futuro, cercando di stabilire come e dove sarei stata di lì a cinque o dieci anni, dicendo che "quando avrò più soldi" o "quando avrò più tempo" avrei fatto questo o quello. Allo stesso modo, seppur in maniera minore, mi capitava di pensare al passato, di non condividere più scelte che avevo fatto, semplicemente di ripensare a momenti in cui avrei potuto agire diversamente. I "miei ragazzi" mi hanno insegnato l'importanza del presente. L'unica certezza che abbiamo è questo preciso momento; non sappiamo cosa ci accadrà fra un minuto, figurarsi fra una settimana, un mese o un anno. Ma questa non è una debolezza, bensì una ricchezza: lasciando perdere il passato (che, appunto, è ormai passato e quindi non possiamo farci più niente) e il futuro (che potrebbe non arrivare mai, o potrebbe arrivare diverso da come lo avevamo programmato) ci rendiamo conto che tutto ciò che ci resta è il presente. La parola "present" in inglese significa sia "presente" sia "regalo". I "miei ragazzi" mi hanno insegnato che ogni secondo riceviamo un regalo. Sfruttiamolo, invece di lasciarcelo scivolare tra le dita. 3. Ogni momento è intensoRimanendo sul discorso del tempo, ho imparato che dobbiamo nutrire e riempire ogni singolo secondo. Questo non significa necessariamente fare grandi cose; generalmente si tratta di piccolezze, che però sono molto importanti. Questa lezione l'ho imparata particolarmente durante le gite con i ragazzi. Vederli ridere, divertirsi, giocare per pochi minuti annullava la tristezza e le preoccupazioni di mesi, addirittura di anni. Non le annullava per sempre, sia chiaro, forse le annullava "soltanto" per quei pochi minuti, ma poiché questi erano carichi di vita, gioia, spensieratezza e condivisione diventavano molto più ricchi e importanti di quei lunghi mesi. 4. Non c'è risposta a certe domandeSoprattutto all'inizio, mi è capitato più di una volta di pormi alcune domande "scomode" e credo sia perfettamente normale quando ti ritrovi davanti ragazzi la cui malattia è in fase terminale (spesso loro non lo sanno, e pensano che guariranno e avranno tutta la vita davanti), quando alcuni ragazzi sono scoppiati a piangere, spaventati e arrabbiati, e ho dovuto consolarli senza avere la minima idea di come farlo, perché non volevo raccontare loro frottole o indorare la pillola. Quando parlo con genitori che hanno perso un figlio, quando penso a come le case farmaceutiche non investano abbastanza sulla ricerca sul cancro infantile perché i tumori pediatrici sono considerati "rari" e quindi non rappresentano una fonte di guadagno sufficiente... Perché alcune persone si ammalano, e muoiono, di cancro così giovani? Perché la gente, specialmente quella che ha potere decisionale, non capisce che investire nella ricerca sul cancro infantile non è solo importante, ma anche logico e doveroso? Perché io sono perfettamente sana, e questi ragazzi devono soffrire così tanto? Ecco alcune delle domande che mi sono posta. Ho capito che non c'è una risposta, ognuno ha delle credenza diverse, e grazie a queste può darsi delle risposte in merito, ma non si tratta mai di verità assolute. Mi piace pensare che, dove andremo dopo la morte, forse potremo capire meglio, se non rispondere del tutto a queste domande. Comunque, penso che queste domande siano naturali e importanti e che coinvolgano qualunque persona si appresta a fare volontariato in un qualunque ambito che la espone alla sofferenza altrui, alle ingiustizie del mondo, e penso anche che queste domande siano un ottimo modo per accendere il fuoco della rabbia e dell'indignazione e per spingerci ad agire. Personalmente, ho smesso di cercare delle risposte (non sono neanche sicura di averci mai davvero provato). 5. Lo spirito umano è più forte di tuttoA rigor di logica nei reparti di oncologia pediatrica dove ci sono bambini e ragazzi gravemente malati, spesso sofferenti, confinati in una camera sterile, incerti sul futuro, accompagnati da genitori terrorizzati che s'incollano una maschera sorridente sul volto per nascondere il proprio dolore ai figli dovrebbero esserci solo tristezza, angoscia, paura, dolore fisico ed emotivo, morte. Eppure, è proprio in questi reparti, da queste persone che dovrebbero essere solamente arrabbiate con la vita e il destino, che ho imparato che lo spirito umano vince su tutto, che l'amore vince sulla paura, sul dolore e sulla morte. Ho visto nascere numerose, sincere, profonde amicizie fra i ragazzi che partecipano alle mie gite e conosco genitori che ammiro moltissimo perché, pur avendo perso un figlio, hanno trasformato quel dolore indescrivibile in una fonte di amore e aiuto per gli altri. Sarei ipocrita se dicessi che ogni singola persona che soffre è capace di tirar fuori amore e di trasformare il dolore in altruismo, ma posso dire che su 10 persone che ho conosciuto 9 hanno avuto questa capacità. Nei reparti di oncologia pediatrica in cui sono entrata sono rimasta colpita dall'amore fra famiglie, dalla condivisione fra ragazzi, dalle amicizie che nascono, dalla voglia di aiutarsi, semplicemente perché si capisce appieno come si sta sentendo l'altro. Nel cosiddetto "mondo normale" invece la maggior parte della gente pensa a sé stessa, ha priorità che in realtà non sono importanti. Non si tratta di persone cattive, semplicemente indifferenti all'amore verso il prossimo e alla vita vera, quella che "i miei ragazzi" mi hanno fatto vedere giorno dopo giorno e che adesso scandisce le mie giornate. Anche qui, non è importante fare grandi cose. Tutti possiamo donare. Il mio consiglio a chi è in cerca di qualcosa è di aprire gli occhi, la mente e il cuore e cominciare a donare come può, come meglio crede. Queste sono le prime cinque cose che mi sono venute in mente. Non ho scritto molto riguardo a ognuna, e mi sarebbe piaciuto ampliarmi per cercare di far capire meglio i miei pensieri e le mie esperienze però lo farò in post futuri, dedicandone uno a ogni insegnamento/esperienza che penso meriti qualche riga in più. E voi? Quali sono gli insegnamenti che avete imparato finora nella vita? Al prossimo post,
Maricla
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AutriceMaricla Pannocchia: fondatrice e Presidente dell'Associazione di volontariato Adolescenti e cancro, scrittrice, advocate per i diritti dei bambini e ragazzi con il cancro. ArchivioCategorie |